
Bucaneve di Mélissa Da Costa
Tre libri in poche settimane, avrai intuito che questa autrice mi ha colpito nel profondo e ancor più con Bucaneve di Mélissa Da Costa. Il libro è pubblicato in Italia da Rizzoli, disponibile in versione cartacea ed ebook.
La trama
Ambre ha vent’anni e la vita davanti a sé, ma non la vede. Da un anno è l’amante ragazzina di un quarantenne, Philippe, professionista affermato, padre di famiglia. Vive nell’appartamento che lui le ha messo a disposizione, ma è un amore asfissiato che si nutre di scampoli di tempo. Quando Ambre, sopraffatta dal vuoto, tenta di farla finita, Philippe è già distante da quell’amore nuovo e salva il proprio imbarazzo offrendole una via di fuga: le trova una sistemazione ad Arvieux, un paesino delle Alte Alpi francesi, come cameriera stagionale in un albergo.
In questa valle azzurra, dove la montagna si presenta allo stato puro e le vetrine dei bar sono appannate dai fumi della cioccolata, Ambre scopre un micromondo di sogni, fragilità, entusiasmi, delusioni. Le persone che incontra hanno, come lei, dolori che pesano e solitudini schierate come scudi. Persone come Tim, l’aiuto cuoco, ventiduenne gay rifiutato dalla sua famiglia; come Rosalie, madre single di una bambina di quattro mesi, che soffre di fobia dell’abbandono.
Come Wilson, che preferisce il rumore del vento tra i pini alla compagnia degli uomini. Giorno dopo giorno, tra un turno in sala e una ciaspolata nei boschi di larici, tra incomprensioni e risate leggere, Ambre mette piede nei loro silenzi ed esce dal suo. Come accade quando, sulla superficie di neve invernale, protettiva e muta, riaffiora la vita nei petali di un bucaneve. Racconto delicato e sincero sull’amicizia, sulle seconde possibilità, sulle intermittenze del cuore, immerso in un paesaggio potente e benefico, Bucaneve è, soprattutto, un inno al coraggio di ricominciare.
Questo romanzo ha uno spaccato di storia differente dai precedenti libri dell’autrice, da me letti.
La protagonista è una ragazza ventenne in conflitto con la famiglia, che cerca amore, conforto e sicurezza all’esterno.
Sinceramente, rivedo me da giovane che mi imbarcavo in storie senza futuro pur di non restare e sentirmi sola. Vinceva la voglia di essere desiderata, apprezzata, anche se per le ragioni sbagliate… con il senno di poi, crescendo, ho capito che dovevo imparare ad amarmi. La ricerca di una relazione non porta alla soddisfazione dell’io interiore.
Io ho avuto il mio percorso, Ambre ha avuto il suo durante il lavoro da stagionale come cameriera in un albergo ad Arvieux.
Un racconto travolgente, profondo, che potrebbe forse sconvolgere per alcuni aspetti, ma che in realtà incarna i conflitti umani nella loro crudeltà.
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Chiara R.