
Il giorno in cui smetterò di dire si di Nina Lykke
Vincitore dell’anno del Brage Prize, direttamente dalla Norvegia, oggi ti parlo di Il giorno in cui smetterò di dire si di Nina Lykke. Libro pubblicato in Italia da Giunti Editore, disponibile in versione cartacea ed ebook. Il titolo originale è Full spredning.
La trama
Per vent’anni Elin è stata un impeccabile medico di base, la madre di due figli, che hanno ormai lasciato il nido, e la devota moglie di Aksel. Una famiglia perfetta in un quartiere perfetto. Fino a che gli amici, i viaggi, le cene, il sesso sono scomparsi, per suo marito esiste solo lo sci di fondo e lei si ritrova in casa da sola in compagnia di bicchieri di vino sempre più grandi. Ma prima di Aksel c’è stato Bjørn che improvvisamente, tramite Facebook, irrompe di nuovo nella sua vita, mettendola letteralmente sottosopra.
Elin, infatti, adesso vive nel suo studio medico su una scomodissima poltrona-letto Ikea per nascondersi da Aksel tanto quanto da Bjørn, e l’unico uomo che la capisce – o almeno quello che ne resta – sembra essere Tore, lo scheletro di plastica appeso nell’ambulatorio.
Il tempo in cui riusciva a tenere separata la vita privata da quella professionale è ormai un lontano ricordo: che senso ha fingere, mantenere la facciata, quando tutto sta crollando? A volte troppa consapevolezza è una maledizione e l’unico modo per sopravvivere è fare finta di niente; ma che succede quando si ha la tendenza a dire sempre di sì? Con grande ironia e una prosa tagliente e spietata, Nina Lykke ritrae la società in cui viviamo e tutte le nostre inquietudini e nevrosi, anche quelle che non osiamo confessare nemmeno a noi stessi. Impossibile non riconoscersi nei suoi personaggi.
Obiettivamente non comprendo la scelta de titolo italiano “Il giorno in cui smetterò dire si”, ma veniamo a noi.
Il libro è ambientato in Norvegia, uno dei Paesi Nord Europei con il miglior standard di qualità della vita. Eppure dietro a questa patina di felicità, si cela dell’insoddisfazione e della frustrazione profonda.
Protagonista del romanzo è un medico di medicina generale di mezze età e il suo carico da 90… 30 anni di matrimonio insoddisfacente, figli, madre assente, ex amore giovanile ancora nel cuore, vita sessuale assopita…
Attraverso di lei e la figura irriverente Tore, lo scheletro dell’ambulatorio che prende vita nella sua testa, scopriamo quanto sia difficile essere medico. Bisogna essere sempre allerta, vigili, ben disposti all’ascolto e all’osservazione; attenti a come ci si pone e a cosa si dice, per non far scattare la suscettibilità dell’ assistito.
Elin è una donna all’apparenza tutta d’un pezzo, ma nel profondo fragile e insicura. Elin cerca di scuotere la sua vita, rianimarla avvolgendosi nella rassicurante scappatella extra coniugale con l’ex del passato. È come se volesse risvegliare i sensi, il desiderio, il cervello sia nel privato sia nel professionale… Una crisi di mezza età profonda, viscerale e umana è quella che ci racconta l’autrice, come a volerci ricordare che potrebbe accadere un giorno a noi o ad un nostro caro. Le crisi vanno riconosciute e affrontate imparando a dire Si o No per il nostro di bene, non per l’altrui o per l’apparenza in società.
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Chiara R.