Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi

Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi

Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi

Finché il caffè è caldo è uno di quei libri che lessi durante il lock down 2020, quando lo terminai ebbi subito il desiderio di leggerne il seguito. Quindi, oggi vi parlo di Basta un caffè per essere felici di Toshikazu Kawaguchi, pubblicato in Italia a Gennaio 2021 da Garzanti.

La trama

L’aroma dolce del caffè aleggia nell’aria fin dalle prime ore del mattino. Quando lo si avverte, è impossibile non varcare la soglia della caffetteria da cui proviene. Un luogo, in un piccolo paese del Giappone, dove si può essere protagonisti di un’esperienza indimenticabile. Basta entrare, lasciarsi servire e appoggiare le labbra alla tazzina per vivere di nuovo l’esatto istante in cui ci si è trovati a prendere una decisione sbagliata.

Per farlo, è importante che ogni avventore stia attento a bere il caffè finché è caldo: una volta che ci si mette comodi, non si può più tornare indietro.

È così per Gotaro, che non è mai riuscito ad aprirsi con la ragazza che ha cresciuto come una figlia. Yukio, che per inseguire i suoi sogni non è stato vicino alla madre quando ne aveva più bisogno. Katsuki, che per paura di far soffrire la fidanzata le ha taciuto una dolorosa verità. O Kiyoshi, che non ha detto addio alla moglie come avrebbe voluto.

Tutti loro hanno qualcosa in sospeso, ma si rendono presto conto che per ritrovare la felicità non serve cancellare il passato, bensì imparare a perdonare e a perdonarsi. Questo è l’unico modo per guardare al futuro senza rimpianti e dare spazio a un nuovo inizio.


Per me, la pausa caffè è un rito, un piccolo momento di gioia sprigionato da quell’aroma inconfondibile per noi italiani, un attimo per me in cui raccolgo idee e pensieri della giornata.

Basta un caffè per essere felici? A volte si, soprattutto se quel caffè, servito con rituale in una piccola caffettiera giapponese, ti permette di viaggiare nel tempo… nel passato e nel futuro.
Non si tratta di magia o fantascienza, qui si parla di relazioni umane, di quanto troppo spesso ci dimentichiamo di viverle e valorizzarle.

La struttura del romanzo è la medesima di “Finché il caffè è caldo”. Pochi racconti – quattro -, tutte storie slegate tra loro che hanno come unico punto in comune la caffettiera.
All’interno di questo nuovo romanzo, viene approfondita la storia della figura della donna fantasma, seduta al tavolino che permette di far viaggiare nel tempo, e si apprende un qualcosa in più di come e chi può far viaggiare nel tempo.

Per leggere la recensione di “Finché il caffè è caldo”, clicca qui.

Leggendo il primo “capitolo” si ha la sensazione di essere davanti ad un romanzo auto conclusivo. Davanti al secondo ci si sente smarriti, persi nelle domande a cui forse non troveremo risposta se non con un nuovo romanzo.

Ogni storia raccontata davanti ad un caffè fa riflettere sull’importanza di dedicare il nostro tempo a chi amiamo, perché inesorabilmente questo passa e non sappiamo quanto ne abbiamo ancora a disposizione… vivere la vita giorno per giorno, affamati da essa ma soddisfatti di girarsi indietro e non aver rimpianti.

Se ti piace quello che leggo e vuoi scoprire se non leggo solo romance…

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Chiara R.

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