“Il cane che aveva perso il suo padrone” di Damian Dibben

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“Il cane che aveva perso il suo padrone” di Damian Dibben – Recensione

Durante il mese di Luglio ho letto un solo libro che però mi ha colpito al cuore per la tematica di fondo, ovvero “Il cane che aveva perso il suo padrone” di Damian Dibben, libro appartenente alla narrativa moderna e contemporanea, edito in Italia da Newton Compton Editori.

La trama

Di solito, nell’arco della propria vita, un amante dei cani cambia più di un amico a quattro zampe. Nel mio caso però è diverso: sono stato io a perdere il mio padrone. E lo sto ancora cercando. Da più di un secolo, da quando mi è stato concesso l’incredibile dono di non invecchiare mai. La mia esistenza è un mistero. Certo, se riuscissi a trovare il mio primo padrone potrei avere le risposte che cerco. Quell’uomo onorevole e leale, dalla voce dolce e dal temperamento mite, sarebbe capace di spiegarmi ogni cosa. È per questo che non mi arrendo e continuo a cercarlo. Sperando disperatamente che sia ancora vivo. All’età di 217 anni, un vecchio cane attraversa tutta l’Europa: dalla strana corte del re Carlo I alle guerre per la successione spagnola, passando per Versailles, Amsterdam e la Venezia del XIX secolo. Nel suo percorso farà amicizia con animali e uomini, si innamorerà, si meraviglierà di fronte alla duplice capacità umana di innalzarsi producendo sublime musica e di cadere in basso combattendo squallide guerre. Mentre la Storia intorno a lui cambia, un sentimento solido e forte non lo abbandona mai: l’indissolubile legame con il suo padrone.

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“Dove ci porterà la vita, se ci nascondiamo sotto il tavolo?”, mi chiese quando non volevo andare in spiaggia. “E’ nel mondo che troveremo le risposte. La felicità. E le ostriche, campione”.

Nonostante la scrittura dell’autore sia lenta e a tratti noiosa, “Il cane che aveva perso il suo padrone” di Damian Dibben è un libro che ho imparato ad apprezzare capitolo dopo capitolo. Questo libro ci permette di viaggiare per l’Europa nel corso di oltre due secoli insieme ai protagonisti della storia: Campione, o meglio Domani, e Sporco, Valentyne e Vilder.

Ciò che colpisce al cuore è senza ombra di dubbio l’amore e la fiducia incondizionata tra un cane, Domani, e il suo padrone, Valentyne. Domani è l’emblema del cane che nonostante tutto aspetta con ansia il ritorno del suo padrone, del suo unico vero amico sulla Terra, lo aspetta pur non sapendo se, come e quando lo incontrerà mai. Domani è il simbolo del cane coraggio che sfida intemperie e guerre per rivedere il suo padrone; è il simbolo dell’amore puro, e ciò lo riscontriamo in ogni singolo gesto che compie durante la sua infinita ricerca, prima da solo e poi in compagnia di Sporco, il meticcio che vide in lui il “branco”.

“…di non aver avuto il coraggio di abbracciare la vita che gli era stata donata. E’ una grande lezione. Inutile struggersi per il passato. Non ha senso fasciarsi la testa prima di rompersela. Non ha senso fasciarsela anzitempo.”

“Il cane che aveva perso il suo padrone” di Damian Dibben è un libro che nella sua semplicità fa riflettere. Questo libro ti costringe a pensare a quanto un abbandono possa gravemente nuocere, ledere e minare il cuore di un essere umano, che sia a 2 o a 4 zampe; a come sia del tutto inutile aspirare ad una vita eterna se non si è in grado di vivere, apprezzare, assaporare le piccole gioie.

Chiara R.

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