“Il nostro piccolo pazzo condominio” – Recensione del romanzo di Fran Cooper
edito in Italia da Newton Compton Editori , disponibile in ebook e in versione cartacea, è stata la mia ultima lettura per il mese di Febbraio. La copertina e il titolo mi hanno attratto ancor prima di leggerne la trama, forse perché speravo di trovare qualche stramberia al pari del mio condominio. Sarà stato cosi?
La trama
Questa non è la Parigi che tutti conoscono…
Edward arriva a Parigi in una caldissima giornata di giugno, ancora sconvolto per la morte di sua sorella. Per ritrovare un po’ di serenità, sta per trasferirsi nell’appartamento vuoto di un’amica, al numero 37 di una strada anonima. La Parigi in cui si trova immerso non è quella che credeva di conoscere: niente boulevard e luci romantiche, ma il palazzo dove arriva pulsa dei segreti dei suoi inquilini.
Tra le sue mura, c’è chi parla, chi si bacia, chi ride e chi piange; alcuni sono contenti di starsene da soli, mentre altri vorrebbero una compagnia. La donna dai capelli color argento gestisce una bizzarra libreria al piano terra, un vecchietto, tutti i giorni, dà da mangiare ai passeri sul davanzale della finestra, mentre una giovane madre è sull’orlo di un crollo nervoso. Anche se le pareti dei loro appartamenti si toccano, gli inquilini stanno ben attenti a rimanere dei perfetti estranei. Ben prima che se ne accorga, Edward si trova impigliato in questa rete di straordinaria umanità che sempre più lo avvinghia a sé, facendogli risvegliare sensazioni che pensava sopite…
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Fin dalle prime pagine, impariamo a conoscere i singoli condomìni come se fossimo spettatori dalla finestra del palazzo di fronte al numero 37 della strada anonima di questa calda, afosa, asfissiante e moderna Parigi. Il condòminio è il luogo delle storie dei protagonisti, ma è lui stesso il protagonista di questo romanzo estremamente descrittivo. All’interno di questo condòminio troviamo: coppie di sposi, madri che cercano di crescere i propri figli, donne sole con un passato doloroso alle spalle, anziani soli, uomini che cercano il loro “posto” nel Mondo.
Se inizialmente può sembrare non avere senso la storia che viene narrata, pagina dopo pagina emergono tematiche molto forti e all’ordine del giorno. In questa storia emerge la tematica della discriminazione razziale, del terrorismo, della depressione post partum, della perdita del lavoro in età adulta, dei lutti.
Tutti questi temi si intrecciano tra di loro, come si intrecciano le vite dei condomìni di questo Bâtiment. Si arriva a parlare di terrorismo e di discriminazione razziale dalla perdita di lavoro di non più giovani francesi, rimpiazzati da giovanissimi e inesperti lavoratori stranieri. Dal razzismo e alle manifestazioni per l’integralismo si arriva a parlare di lutti in famiglia, di bugie e mancanza di fiducia nel proprio partner. Mentre la depressione post partum risulta essere quasi una mosca bianca ma colpisce al petto come un pugnale.
Sicuramente il colpo di scena finale è stato scoprire quanto fossero anime affini Frederique e il giovane Edward, che ci ha introdotto in punta di piedi all’interno di questo condòminio, e cosa univa Frederique a Josef, il senza tetto che spesso sostava davanti al Bâtiment.
“Il nostro piccolo pazzo condominio” di Fran Cooper è un romanzo che ha il profumo di rappresentazione teatrale, che fa pensare, emozionare, e che riesce a farci mettere in discussione.
Chiara R.
Sembra troppo interessante!
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