La percezione di noi stessi e vigoressia
In queste settimane mi sono imbattuta casualmente e ripetutamente su articoli che parlavano della “percezione di noi stessi”, un argomento su cui spesso mi ci sono fermata a riflettere ma non ho mai esternato i miei pensieri. Torno con la rubrica “FitLady” e vi parlo di “percezione” e “vigoressia“.
La “percezione” fa parte di noi, è un qualcosa che incorporiamo inconsapevolmente e che costruiamo giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza negativa o positiva che sia.
La percezione è come noi ci vediamo e come noi pensiamo che gli altri ci vedano.
Quando la percezione di noi stessi, ovvero come noi ci vediamo, non coincide con la realtà oggettiva, insorgono dei problemi che sfociano in disturbi, alimentati dalla scarsa autostima e oggettività della situazione, e si ripercuotono anche sulla vita sociale.
La errata percezione di noi stessi si riscontra, ad esempio, nei disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia, e nella moderna vigoressia.
La “vigoressia” o bigoressia o complesso di Adone è dettata dall’intensa preoccupazione di non essere sufficientemente in forma, sufficientemente tonici e muscolosi e la si alimenta con allenamenti esasperati in sala pesi o in sala fitness, ricercando quella bellezza ideale che non esiste.
Come si fa a capire se si soffre di “vigoressia”?
I sintomi sono:
- iper investimento sull’aspetto estetico;
- quantità eccessiva di tempo giornaliero/settimanale passato in palestra;
- solo consumo di cibo ipocalorico e di integratori alimentari (in genere: proteici e/o termogenici);
- insoddisfazione continua;
- bassa autostima.
La vigoressia non si discosta molto dall’anoressia o dalla bulimia, tutti questi disturbi hanno come punto in comune la ricerca di un corpo perfetto, una ricerca dettata dalla distorta percezione di se stessi, da uno squilibrio con il proprio io.
E’ da sottolineare però che nell’anoressia la persona si vede grossa/grassa, mentre nella vigoressia la persona si vede piccola/poco tonica.
Non esiste un metodo per arrivare a vedersi realmente per ciò che si è, ognuno di noi ha la chiave dentro di se.
La percezione di noi stessi è un argomento delicato e difficile, che sprona gli animi dei più sensibili ma non solo, che richiede un lavoro costante, continuo ma equilibrato solo sulla propria persona, ascoltando il proprio corpo e la propria mente, cercando di capire cosa ci dà quella serenità che ci permette di stare in pace con noi stessi e di farci sentire a nostro agio quando siamo in compagnia con altre persone.
Chiara R.