Riflessioni
Fin da piccoli siamo risucchiati da un vortice di comparazioni, cresciamo derisi per il minimo difetto fisico perché la società enfatizza determinati modelli, come se la bellezza fosse standardizzata, soprattutto quella femminile.
Occhi, naso, bocca devono essere perfetti, seno grande ma non troppo, sodo e alto, pancia piatta, culo sodo e alla brasiliana, altezza da fotomodella, e peso forma ma da piuma.
I modelli a cui ci paragonano da piccoli ci plasmano nel corpo e nell’anima, portandoci a vivere la nostra esistenza a disagio con l’avanzare del tempo.
Quando i pochi kg di troppo diventano un problema, ci sottoponiamo ad allenamenti stressanti e a diete improponibili da “pro ana”, ma spacciate come “diete disintossicanti”.
Perché non impariamo a guardarci con occhi diversi, apprezzando ipotetici difetti, da enfatizzare e trasformare in pregi?
Perché non insegnano che la bellezza è unica e soggettiva, e che le foto sulle riviste patinate sono foto, e che una volta a casa la starlette di turno è una ragazza normale come noi?
Impariamo a volerci bene e a vivere in modo equilibrato per il corpo e per l’anima!
Chiara R.